Il blog della birra

La carta d’identità della birra: gli stili principali

Definire gli stili della birra è come scrivere la “carta d’identità” di una bevanda che, dicono i numeri, è sempre più apprezzata nel mondo, con un trend in costante crescita, anche in Italia. La birra d’altra parte, proprio come avviene per il vino, ha tutta una serie di possibili abbinamenti con il cibo, fattore che la rende perfetta per interpretare i diversi stili di locali e di luoghi di ritrovo.

Gli stili della birra: le famiglie principali

Per definire lo stile di una birra occorre prendere in considerazione quelle che sono le caratteristiche chimico-compositive e organolettiche. Stiamo parlando in modo particolare di dolcezza e amarezza, ma anche del titolo alcolometrico, ovvero la gradazione alcolica.
Si può affermare che esistono tre macro categorie, a seconda della tipologia di fermentazione con la quale è stata ottenuta la birra: Ale, Lager e Lambic.
Le birre Ale sono birre ad alta fermentazione e dal sapore particolarmente intenso, nate in Inghilterra e poi diffuse nel mondo. L’abbinamento con la carne, soprattutto di maiale, risulterà ideale, a prescindere dal fatto che la birra sia scura oppure chiara. Tra gli stili di birra appartenenti a questa categoria ci sono le Stout, le India Pale Ale, le Brown Ale e le Porter.
Le birre Lager, invece, si ottengono a bassa fermentazione, e si tratta delle birre più popolari e consumate a livello globale. Create nel sedicesimo secolo in Germania. hanno un aspetto limpido e un gusto fragrante: perfette da degustare assieme a piatti freschi o di verdure, salumi e formaggi, ma anche una pasta dal condimento non troppo elaborato. La maggior parte delle Lager è di colore chiaro («pale») oppure intermedio e con un aroma di luppolo da medio ad alto. Gli stili di birra Lager più popolari? È possibile indicare senza dubbio Bock, Pilsner, Amber Lager e Dunkel.
Infine ci sono le birre Lambic, ovvero delle birre a fermentazione spontanea, che in genere si caratterizzano per aromi più particolari. Il procedimento con il quale sono prodotte è assolutamente sui generis, con il mosto lasciato esposto ai lieviti selvatici e ai batteri autoctoni tipici della valle della Senna. Queste birre provengono solo ed esclusivamente dalla regione del Pajottenland, a trenta chilometri da Bruxelles, in Belgio. Il loro retrogusto è acidulo e il tratto distintivo spesso vinoso e secco: risultano molto indicate per fare aperitivi ma anche per accompagnare antipasti di terra.

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Quali stili nella “Carta delle birre” di un locale

Il fattore principale di successo, necessario per distinguersi nella massa, è rappresentato dalla conoscenza dei prodotti che si offrono. Questi devono dialogare al meglio con lo stile del locale che li propone, intrecciando le loro caratteristiche distintive con gli arredi, la location e lo spirito stesso col quale viene gestita l’attività. Per creare una buona Carta delle birre, o per rivisitare quella esistente, è insomma molto importante tenere conto degli specifici stili di birra che si vogliono offrire. Tanto più vero in un’epoca di informazione e comunicazione facile come la nostra, nella quale il cliente è sempre più attento e spesso vuole conoscere la storia di ciò che beve.

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