Chi non è un esperto del settore potrebbe pensare che per degustare una birra basta buttarla giù senza troppi problemi. In realtà i fini bevitori sanno bene che una birra deve passare almeno tre esami: visivo, olfattivo e gustativo.
Prima di tutto bisogna usare il bicchiere giusto. Ogni birra dovrebbe essere versata in un bicchiere apposito, capace di ottimizzare e valorizzare le proprietà organolettiche della bevanda con forme e curvature apposite. Tuttavia in commercio esistono centinaia di birre, quindi sarebbe quasi impossibile avere un bicchiere per ogni tipologia.
La soluzione? Il tradizionale “tulipano” grande e panciuto, in grado di esaltare il profumo ed il gusto praticamente di ogni birra. La temperatura ideale per servire una birra è di circa 4-6 °C.
Vuoi sapere quale è il bicchiere giusto per la tua birra preferita? Leggi l’articolo BREVE GUIDA AI BICCHIERI PER LA BIRRA
L’esame visivo
Il primo passaggio fondamentale è l’esame visivo che prevede anzitutto l’analisi della schiuma. Questa può essere compatta, cremosa, evanescente o scarsa. Varia anche il colore della schiuma che può essere bianco, ambrato o addirittura marrone. Da osservare con attenzione la grana, cioè le dimensioni delle bolle d’aria incorporate, che può essere più o meno grossa e più o meno aderente alle pareti del bicchiere.
Dopo l’analisi della schiuma si passa al colore, che varia in base alla tostatura dei cereali. In genere, le Lager presentano un giallo paglierino, le Pilsner un biondo brillante, le British Ale un fine ambrato, le Scotch Ale un marrone scuro e le Stout e Doppelbock un nero intenso.
Vuoi saperne di più sul colore della birra? Leggi l’articolo COSA CI DICE IL COLORE DELLA BIRRA? IL SIGNIFICATO DELLE DIFFERENZE
L’analisi olfattiva
Segue l’analisi olfattiva che, come per il vino, risulta particolarmente complessa ma anche molto emozionante da un punto di vista sensoriale. Gli aromi che maggiormente emergono sono il fruttato, il maltato, il luppolato, il floreale e l’erbaceo. Anche la persistenza e l’intensità sono fattori da considerare attentamente. La qualità aromatica può essere fine o grossolana e dipende dall’equilibrio presente tra le varie componenti olfattive.
Si individuano poi due tipologie di odori: primari e secondari. Gli odori primari sono determinati dalle materie prime usate, come il lievito, il luppolo ed il malto. È proprio quest’ultimo che generalmente tende a prevalere. La birra può esprimere note dolci o fragranti a seconda delle miscele impiegate e del grado di tostatura.
Gli odori secondari invece si sviluppano successivamente dopo la fermentazione alcolica e alla maturazione. In seguito a questo processo si sviluppano odori piuttosto complessi come ad esempio agrumi, mela verde, cioccolato, liquirizia ecc.
L’analisi gustativa
Il viaggio sensoriale si conclude con l’analisi gustativa. L’amaro è la principale sensazione che percepisce il palato, anche se con gradazioni diverse. Le Pilsner e le Bitter Ale hanno un maggiore grado di amarezza, mentre nelle Lager dove c’è meno luppolo la sensazione di amaro è più contenuta. Le Bock e le Ale presentano una notevole presenza di malto, quindi il gusto a tratti risulta addirittura tendente al dolce.
Ultimo aspetto da considerare è la persistenza aromatica, intensa come capacità di offrire sensazioni prolungate al palato anche dopo la deglutizione.
Dopo aver completato i tre passaggi, si considera concluso l’esame della birra ed i fini intenditori possono decretare la promozione o al contrario la bocciatura della bevanda analizzata e gustata.