Il blog della birra

Birra Bock, la birra “del caprone”

Una birra che nel nome cita un caprone: è la birra Bock, una birra a bassa fermentazione piuttosto alcolica che vanta origini antiche e addirittura avvolte dal mistero. “Bock” deriva da un’alterazione del nome della città dove questa birra sarebbe nata, Einbeck, che in bavarese significa appunto «caprone». Per questo motivo la birra Bock è chiamata anche la birra del caprone ed è il motivo per cui molte marche riproducono la figura dell’animale sull’etichetta.

Vuoi provare nel tuo locale ottime Bock tedesche? Contattaci e chiedi di farti provare HB URBOCK, HB MAIBOCK e HB DOPPELBOCK

Le caratteristiche della birra Bock

Le Bock si presentano con una schiuma cremosa, abbondante, persistente e con un color crema. Hanno un aspetto limpido che oscilla tra il ramato intenso ed il marrone scuro, anche se il colore può variare a seconda dei malti utilizzati. Originariamente erano scure, ma oggi se ne possono trovare anche ambrate o chiare.
L’odore è intenso ed ampio e si possono sentire note di frutta secca, caramello, miele e pane. Al primo sorso la Bock è delicata, corposa e leggermente calda. Il bicchiere che meglio esalta le proprietà e le caratteristiche di questa bevanda è il calice a coppa. La sua forma emisferica fa scemare gradualmente la schiuma, così l’aroma può sprigionarsi più facilmente ed i profumi vengono esaltati proprio dall’ampia apertura del bicchiere.
In virtù del suo sapore forte e della gradazione alcolica piuttosto alta, le Bock si sposano perfettamente con gusti intensi e saporiti, prevalentemente di mare. Pesce, crostacei e molluschi oppure piatti tipici invernali, come pasta e ceci o pasta e fagioli, sono i partner perfetti della Bock a tavola.

La storia della Bock

Anche esistono versione contrastanti, l’ipotesi più probabile è che la Bock sia nata nella città tedesca di Einbeck, nella Bassa Sassonia, nel periodo medievale. La città faceva parte della Lega Anseatica, che controllava gli scambi commerciali in buona parte dell’Europa meridionale. Uno dei prodotti più apprezzati e richiesti era proprio la birra Bock.
La produzione della birra aveva però un limite, in quanto i birrai facevano fatica a produrre la bevanda nei mesi estivi a causa dei lieviti selvaggi che non lavoravano in modo corretto. Si ovviò al problema con l’aggiunta di molto alcol, così da poter produrre la birra a marzo ed aprile e conservarla per tutti i mesi estivi.
Fu il maestro birraio Elias Pichler che – su richiesta del duca Guglielmo IV di Baviera, sfruttando le conoscenze delle tecniche produttive di Einbeck e bavaresi – trovò la formula ideale per la produzione della birra che beviamo ancora oggi.
Le birre Bock venivano consumate in grandi quantità dai monaci cattolici in Germania soprattutto durante le festività religiose, come il Natale o la Quaresima. I monaci dovevano infatti seguire il voto del digiuno, perciò si “alimentavano” con le birre Bock che risultavano più consistenti e nutrienti. Nacquero così le Doppelbock, una versione ancora più forte e alcolica prodotta originariamente I frati del monastero Paulaner a Monaco di Baviera.

Le ingiuste accuse alla Bock

Le Bock nel XX secolo furono oggetto di accuse tanto pesanti quanto infondate. Alcuni detrattori sostenevano infatti che queste birre venissero prodotte con i fondi di processi produttivi precedenti. In realtà questo è impossibile, poiché gli avanzi dei processi produttivi non sono fermentabili una seconda volta.
La voce si diffuse poiché probabilmente alcuni produttori utilizzavano ingredienti di scarsa qualità o un gran quantitativo di additivi per velocizzare il processo di produzione.

2/5 (1 Review)